L’oggetto dell’audizione (vedi il link sotto) sono state le ferrovie ex concesse Roma Lido, Roma Nord e Roma Giardinetti alla luce della recente attività conoscitiva sullo stato della gestione e sulle prospettive della proprietà pubblica delle tre ferrovie.
I Comitati della Triplice hanno seguito i lavori del Consiglio regionale e della VI Commissione, prendendo atto degli argomenti principali trattati nella prima audizione tenuta con l’Assessore regionale alla mobilità, Mauro Alessandri, e nella successiva di martedì 3 luglio 2018, cui avevano partecipato lo stesso Alessandri e il corrispondente Assessore di Roma Capitale, nonché il Presidente e il Vice Presidente della corrispondente commissione consiliare capitolina.
I Comitati pendolari sono impegnati ad anni sul tema della difesa e valorizzazione del trasporto pubblico, con specifico riguardo alla gestione ed al miglioramento delle tre ferrovie e si sono rivolti al Presidente della VI Commissione avanzando richiesta, prontamente accolta, di essere auditi in specifica seduta sul futuro della proprietà e della gestione delle nostre tre ferrovie.
Per quanto riguarda la Roma Giardinetti, limitata dall’estate del 2015 per decisione di ATAC a Centocelle, si è ribadita la posizione più volte espressa per un passaggio rapido della proprietà del sedime ferroviario, degli impianti e dell’infrastruttura a Roma Capitale, anche per prevenire blocchi totali delle tramvia storica, che ha compiuto da poco i 101 anni, per motivi di non conformità alle norme di sicurezza ferroviarie, che passeranno sotto il controllo dell’ANSF – Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria.
Sul punto i rappresentanti hanno ricordato come da almeno due anni, agli incontri istituzionali da loro avuti con vari soggetti comunali e regionali, tale passaggio era da intendersi per condiviso da tutte le parti, gestore compreso. In più, nelle ultime due riunioni tenute a livello di Direzione regionale trasporti, s’era data notizia del già avviato esame tecnico congiunto per il passaggio delle singole particelle catastali dei terreni interessati dalla ferrovie, primo adempimento per giungere al passaggio della linea a all’avvio concreto del progetto avanzato da anni da molti tecnici, quello di riaprire la tratta fino a Giardinetti in tempi brevi, per poi progettare, finanziare, appaltare e costruire e aprire il tratto fino al Campus universitario e sanitario di Tor Vergata, progetto per ora racchiuso nelle buone intenzioni del P.U.M.S..
Per la Roma Civita Castellana Viterbo i presenti hanno sottolineato che la ferrovia è stata progettata, costruita e, negli anni, implementata e gestita come un’unica infrastruttura. A titolo esemplificativo, alcuni degli impianti necessari al funzionamento e manutenzione delle rotabili impiegate nelle c.d. tratta urbana sono localizzati a Catalano, che giace in comune di Civita Castellana. Lo spacchettamento della tratta in due tronconi, in mancanza di alcun progetto di massima redatto e di finanziamenti individuati, appare illogico. Senza aggiungere nessun particolare investimento o intervento di ristrutturazione al tratto urbano, farebbe morire il restante tratto extra urbano. Inoltre, la ferrovia percorre il territorio di ben due provincie e di una ventina di comuni, tra i quali non si comprende a quale titolo uno o l’altro dovrebbe assumersi l’onere e l’onore della gestione dell’intera tratta, con una società sotto il proprio esclusivo controllo, cioè ATAC.
Per la Roma Lido la questione tocca invece lo stato avanzato di una serie di investimenti, alcuni giunti alla fase di indizione di gara, altri giunti alla Delibera di assegnazione fondi del C.I.P.E. che sono stati assicurati e gestiti dall’ente regione. Non si comprende che fine farebbero se venisse sostituito in corso d’opera l’ente pubblico proprietario. Ci si riferisce, ad esempio, ai 100 milioni per l’acquisto dei primi 11 treni, anche per la Roma Nord, ai 180 milioni del c.d. Patto per il Lazio del maggio 2016 per la Roma Lido, su cui la Regione ha già elaborato una programmazione di massima degli interventi da eseguirsi. Di contro, sul lato di Roma Capitale, non è dato a sapersi quali progetti, finanziamenti e a che livello siano, l’ente proprietario di ATAC intenderebbe mettere in campo, ben sapendo che la sua società controllata, per le note vicende, non avrebbe alcuna possibilità di effettuare investimenti in proprio su treni, stazioni, segnalamento e infrastrutture. Il progetto del cosiddetto Stadio a Tor di Valle, dal canto suo, non apporta nessun tipo di finanziamento per rafforzare il servizio, a parte tre treni nuovi che arriverebbero chissà quando, ma al contrario contribuirebbe ad affossare definitivamente la Roma Lido che non sarebbe in grado di sopportare il nuovo carico previsto.
Alla luce di questo, la auspicabile prospettiva di trasformazione della Roma Lido nella quarta metropolitana di Roma (essendo già la terza per volume di passeggeri trasportati) pare al Comitato restare nel libro dei sogni.
Inoltre, per la Roma Lido, oltre alla risoluzione del nodo dei tre contenziosi intrapresi dal consorzio franco-italiano con a capo la francese RATP per un projet financing, come per le altre due ferrovie il vero problema è la cattiva redazione del Contratto di servizio, spesso applicato in maniera approssimativa e unilaterale dal Gestore, a danno di tutti e di ciascuno dei passeggeri delle nostre tre linee.
I rappresentanti della Triplice hanno poi risposto alle domande dei consiglieri presenti ed hanno depositato agli atti della Commissione tre documenti: uno col resoconto riunione della riunione del 13 marzo scorso in Direzione regionale trasporti, sui temi e problemi aperti sulle tre ferrovie; il secondo, col testo dell’attuale Contratto di servizio (Giu.2017-Giu.2019) tra Regione e Atac, con le osservazioni e le indicazioni di inadeguatezza del contratto, già rappresentate ai competenti uffici regionali; il terzo con la Proposta della prima Carta della qualità dei servizi per le tre ferrovie ex concesse che, fino ad ora, pur essendo un adempimento obbligatorio di qualsiasi gestore di un pubblico servizio, né la Regione, proprietaria delle linee, né il Comune di Roma, proprietario di Atac e controllante, sono riusciti a far produrre alla società capitolina dei trasporti.
Link all’avviso di audizione: